venerdì 16 aprile 2021

 “...e rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori”: la risoluzione del trauma

 (di Stefano Cifelli)

 

Il trauma fa parte dell'esistenza, come l'esistenza stessa a volte è un trauma.

Il primo trauma che incontriamo inevitabilmente tutti è la nascita: il neonato, che fino a quel momento era nella pancia della madre, prima o poi si ritrova a dover uscire fuori da quel grembo protettivo e sicuro, per essere individuo nel mondo. Fortunatamente, nella specie umana questo passaggio avviene gradualmente, in un lento processo di maturazione e di consapevolezza della propria identità separata dalla madre.



La parola trauma, etimologicamente viene dal greco, e significa “ferita”, “rottura”.

Gli psicanalisti di orientamento psicodinamico individuano nel trauma uno dei punti fondamentali dove andare a indagare la personalità del paziente. La guarigione passa inevitabilmente attraverso l'esplorazione del trauma, che è un viaggio, una avventura nella quale ci si immerge accompagnati dal terapeuta, che ci conduce man mano verso la guarigione.

La guarigione avviene così nel momento in cui noi prendiamo coscienza degli eventi legati al trauma, guardandoli emotivamente in un'altra prospettiva, più sana e funzionale per noi. Una consapevolezza che quindi non è solo cognitiva, ma anche e soprattutto emotiva.

Come si arriva a questa consapevolezza emotiva? Non è una strada facile e scontata, nella maggior parte dei casi non la si percorre da soli, ma affiancati da una persona esperta, un terapeuta, che come nel personaggio Virgilio della Divina Commedia, ci accompagna nell'esplorazione del nostro affascinante e complicato mondo interiore, e ci indica man mano la strada.

A questo punto, la consapevolezza emotiva è necessaria, ma non sufficiente. Occorre qualcosa di più, un salto di qualità verso una piena fiducia nelle nostre risorse interiori: il perdono. Un perdono verso gli altri che ci hanno fatto soffrire, ma soprattutto un perdono verso noi stessi, un riconoscimento della nostra e altrui debolezza umana, ma al tempo stesso una consapevolezza delle nostre risorse interiori, volte a perdonare, che non significa dimenticare, ma imparare a vedere le cose in un'altra prospettiva, più sana e funzionale al nostro benessere psicologico.

Nella preghiera del Padre Nostro si recita “e rimetti a noi i nostri debiti, come noi li rimettiamo ai nostri debitori”, che tradotto in termini psicologici, significa che per uscire dal trauma dobbiamo arrivare a perdonare, e solo così veniamo “rimessi dai nostri debiti”, cioè liberati dai fantasmi del passato che fino a quel momento ci hanno condizionato la vita in maniera disfunzionale.

A proposito di perdonare sé stessi, lo psicologo Carl Rogers ha detto “è nel momento in cui mi accetto così come sono che io divengo capace di cambiare”. A prima vista sembra un paradosso, ma in quelle poche parole è racchiuso un concetto fondamentale: il perdono.

Il perdono passa inevitabilmente attraverso l'accettazione, che non significa subire, ma al contrario scegliere attivamente di superare i propri limiti e passare oltre il trauma, oltre l'offesa, per scoprirsi più forti (forte come la morte è l'amore, cit. San Paolo) e capaci di amore incondizionato.

Perdonare gli altri significa cercare un contatto, un dialogo e dare una seconda opportunità, in un certo senso ci si dona agli altri (per – donare), senza mai dimenticare però di conservare una sana autostima verso noi stessi. Il perdono, per essere tale, deve essere accettato, altrimenti diventa uno sterile atto di masochismo o di sottomissione. L'altro si deve mostrare la sua libera volontà di accettare il perdono, perché è in esso che ci riconosciamo reciprocamente fragili e bisognosi di amore, un amore che guarisce ogni ferita, ogni trauma.

Concludo il mio articolo con una riflessione trovata in rete:

"Il perdono guarisce,
il perdono rende capaci di amare e di crescere,
il perdono riconcilia con gli altri,
il perdono cura lo spirito e il corpo.
Il perdono è sorgente di guarigione, guarisce infatti le ferite provocate dal risentimento, rinnova le persone, i matrimoni, le famiglie, le comunità, la vita sociale.
Il perdono è la chiave dei nostri rapporti col prossimo e con noi stessi.
Il perdono è una necessità: non possiamo fare a meno di perdonare. Se non perdono non posso essere perdonato!
Il perdono è una decisione: non è un sentimento, ma un atto della nostra volontà. Decido di perdonare anche se non me la sento."

 

(https://www.monicaborgogno.it/sezione/26743_111322_relazione-di-coppia-iv.html)


Nessun commento:

Posta un commento