martedì 16 ottobre 2018

I bambini sanno se siamo felici. Già a 6 mesi percepiscono la nostra gioia (di Tina Simoniello)

Quando sono molto piccoli riescno ad associare la vista e i suoni che la esprimono. A sostenerlo una ricerca dell'università di Ginevra

Piangono se hanno fame, strepitano se sono arrabbiati, sorridono se sono felici e appagati: i bambini sanno farsi capire benissimo. Ma lo sanno fare il contrario? Sanno anche intrepretare le emozioni dei loro genitori e capire, loro  se gli altri sono felici, o arrabbiati? Uno studio (1) preliminare appena pubblicato su Plos One da psicologi  dell’università di Ginevra dice che sì, lo sanno fare. A soli sei mesi – secondo la ricerca -  i neonati sanno identificare le emozioni altrui, non solo i volti, non  solo le voci, ma proprio le emozioni.
La capacità degli esseri umani di distinguere le espressioni degli altri sembra si sviluppi nel corso del primo semestre di vita quando i bambini già mostrano una predilezione per i volti che esprimono felicità. Ma gli esperti svizzeri del Baby Lab (2), la struttura dell’ateneo ginevrino che studia lo sviluppo senso-motorio affettivo e sociale dell’età evolutiva, si sono però chiesti se a quell’età sono davvero in grado di riconoscere emozioni o se invece più semplicemente distinguono le caratteristiche dei volti e quelle delle voci. Per rispondere al quesito, i ricercatori svizzeri hanno sottoposto 24 bambini di sei mesi a un esperimento: un semplice esercizio in due fasi: nella prima i bambini erano poeti davanti a uno schermo nero mentre ascoltavano una voce che felice, arrabbiata o neutra, cioè priva di espressione, per 20 secondi.
Nella seconda fase agli stessi piccoli venivano mostrate immagini di facce che esprimevano felicità o rabbia, per 10 secondi. Utilizzando il monitoraggio oculare, in inglese "eye tracking", una tecnica che in pratica misura dove e per quanto tempo si sofferma lo sguardo su un particolare, e che recentemente è utilizzata spesso per indagare le capacità cognitive e lo sviluppo in fase prelinguistica, gli autori hanno valutato se il tempo trascorso a guardare l'una o l'altra faccia o specifiche zone delle facce come la bocca o gli occhi, cambiava a seconda della voce che avevano ascoltato. Se i bambini avessero guardato i volti felici o arrabbiati allo stesso modo, hanno spiegato gli autori in un nota rilasciata dall’ateneo svizzero, non sarebbe infatti stato possibile concludere che ci fosse una differenza, “Invece,  ha riferito  Amaya Palama, ricercatrice del BabyLab e psicologa dello sviluppo, se avessero guardato una faccia molto più a lungo dell’altra, avremmo potuto affermare  che sono in grado di individuare una differenza tra i due volti”.
Dopo aver ascoltato la voce felice i bambini si soffermavano di più, più a lungo, a guardare la faccia arrabbiata (in particolare, hanno notato gli autori a fissare la bocca della faccia arrabbiata). Una preferenza visiva per la novità e per la sorpresa che secondo gli psicologi dell’età evolutiva dimostra è indicativa dell’esistenza di una precoce capacità di trasferire informazioni emotive sulla felicità dall'udito alla modalità visiva.
In altri termini la capacità di comprendere, intuire, la felicità stessa, l’emozione della felicità, non solo la sua espressione fisica o il suono di una voce che alla felicità rimanda. Come dire che è meglio non barare o sottovalutare la presenza di bambini piccoli in casa perché tanto ancora non capiscono: i bambini capiscono, ci capiscono, evidentemente prima e più di quanto noi pensiamo.

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Note:

(1) Amaya Palama, Jennifer Malsert,Edouard Gentaz, Are 6-month-old human infants able to transfer emotional information (happy or angry) from voices to faces? An eye-tracking study, Aprile 2018, Ed. Jordy Kaufman, Swinburne University of Technology, Australia
(2) https://www.unige.ch/fapse/babylab/

 

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